AXPOA / ACROMO
Giampaolo Trotta
Luigi Petracchi…con i suoi quadri materici fatti di 'sorde' resine incendiate di luce e di 'sacre' scritture e di impronte sindoniche, ha tratto dalla Storia ancestrale dell'uomo, dai meandri più profondi del suo inconscio primordiale un repertorio di segni 'cosmogonici', di immagini e di tecniche che poi ha personalmente rielaborato in un linguaggio decisamente 'post-moderno', ovvero che ha superato le barriere labili di quel presunto ed obsoleto limes tra figurativo ed informale. Le sue opere sono popolate da un universo simbolico ed ancestrale dove la mistica antica, la sapienza egiziana ed ebraica, il parlar cortese e l'iniziazione alchemica di ascendenza medievale si fondono in temi, figurazioni e soggetti dai connotati fortemente volumetrici e impalpabilmente eterei ad un tempo, nei quali il linguaggio ed il colore monocromatico di un passato - divenuto quasi atemporale per il trascorrere dei secoli - si fondono con i tratti dell'arte moderna, rinnegando la prospettiva classica. Così la favola di un tempo, disseminata di angeli e di demoni, di dame e di cavalieri, diviene metafora filosofica, teosofica ed esistanzialista del futuro dell'Umanità; collegando il passato direttamente all'avvenire, egli annulla provocatoriamente la realtà del presente ed i suoi quadri assurgono a vibrazioni filosofiche di una Classicità prossima ventura, alla ricerca di una 'pietra filosofale' fantascientificamente wagneriana.
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